La differenza degli atteggiamenti che precedono la ferma tra il pointer ed il setter fanno sì, anche a parità di naso, che quello fermi più a lungo, consapevole che la azione eretta e prepotente non gli consentirebbe di troppo avvicinare il selvatico, mentre questo sa che la sua azione insidiosa e celata gli permette di maggiormente osare.
Quando il selvatico, al giungere del conduttore, tenta di allontanarsi pedonando, il setter inglese lo segue preoccupandosi di mai perdere il contatto, senza volontariamente abbandonarlo, per ritrovarlo nel vento, facendosi ora serpe, ora pantera; allungandosi spesso inverosimilmente, sfoggiando le più svariate pose che l’orgasmo, quasi voluttuoso, del momento impone al suo corpo flessuoso e plastico.
Si osservi che l’azione di “gattonata” è sempre tanto bassa e strisciante quanto più il setter ha timore di esser visto dal selvatico (terreno scoperto). Quando, per contro, è assistito da buon vento, decisamente favorevole, e da vegetazione sufficientemente sviluppata, allora tutto il lavoro è più alto, a distanza, meno sospettoso, e le ferme sono in piedi, con gli arti appena flessi.
Una impareggiabile fonte descrittiva delle caratteristichge funzionali di razza, che per autore, tempi e origini non puo’ che essere considerata autorevole ed imparziale e l’opera di Enrico Oddo, edito da ENCI nel 1982, “I SETTERS” su cui venne pubblicato il presente standard; per una visione generale del lavoro: “FIELD TRIALS”, sempre del meesimo autore ed editore, 1981. (Lettura consigliata!)